Budrio (Martedì, 25 Marzo 2025) — Budrio è uno dei comuni della pianura bolognese che è stato più volte colpito dal maltempo, ultima volta con l’ondata di pioggia riversatasi circa 10 giorni fa. L’alluvione che, ad oggi, ha lasciato la cicatrice più grande è però quella del 20 ottobre 2024.
di Giovanni Fuligna
Il Comitato “Budrio Basta Alluvioni” ha presentato 40 quesiti di carattere tecnico e organizzativo all’amministrazione comunale e ai tecnici regionali, consegnati alla sindaca il 25 febbraio. Le richieste si concentrano su interventi urgenti e una revisione radicale della gestione del rischio idraulico. Vittorio Manoni, ingegnere e portavoce del comitato, ha dichiarato: “Ci domandiamo se esistano le competenze e le risorse adeguate per affrontare una situazione così complessa. Già nel 2006 uno studio della Protezione Civile evidenziava l’insufficienza della capacità del fiume in questo tratto, ma non è stato fatto nulla”.
Oltre a Manoni, anche Riccardo Galassi, geologo che si è occupato del caso, mostrandosi critico verso la gestione operata fin’ora e riportando diversi di errori nella gestione degli argini. “Nel 2003 si sapeva che gli argini non avrebbero retto una piena importante. Poi nel 2023, durante i sondaggi per la bonifica da ordigni bellici, sono stati lasciati aperti per mesi dei fori negli argini: l’acqua è uscita proprio lì, rompendo la struttura – ha dichiarato, per poi aggiungere – anche il ponte di via Rabuina, per come era stato realizzato, rappresentava già una criticità. I tronchi trascinati dalla piena hanno creato una diga improvvisata che ha aggravato il disastro”.
In risposta alle critiche, la sindaca Debora Badiali ha sottolineato che il ponte di via Rabuina era stato incluso nel piano di ricostruzione dopo l’alluvione del maggio 2023. Tuttavia, la lentezza delle ordinanze e il ritardo nell’arrivo dei fondi hanno impedito interventi prima del 2024.
Guardando al futuro, la sindaca ha parlato di un piano regionale già avviato, affermando che “la Regione sta lavorando da monte verso valle, con un rafforzamento degli argini che parte dalla zona di Motta fino al ponte della Riccardina. Sono interventi lunghi ma fondamentali”.
La prima cittadina ha poi concluso rimarcando come gli interventi strutturali più rilevanti devono essere attuati a monte, lungo il corso del fiume Idice. “Budrio non può gestire da sola un fiume che attraversa decine di chilometri di territorio. Serve una strategia regionale, e servono tempi più rapidi per l’attuazione degli interventi”.
Non resta che attendere con fiducia che i lavori di riparazione e prevenzione diano i loro frutti nel più breve tempo possibile.
Tag: alluvione, lavori, Maltempo, paura, prevenzione Last modified: Marzo 25, 2025