Bologna (lunedì 17 marzo 2025) – Gli eventi risalgono a venerdì 14 marzo. Chi ha mosso le accuse è una 22enne del reggiano ricoverata dallo scorso lunedì nel reparto di urologia all’undicesimo piano dell’ospedale Maggiore.
La ragazza, riferisce che nella mattina di venerdì, sentendo dolore, ha premuto il pulsante per richiedere assistenza e ricevere degli antidolorifici. A rispondere è stato un operatore socio-sanitario. “Era la prima volta che lo vedevo, credevo fosse un infermiere. Mi ha chiesto di cosa avessi bisogno e io ho chiesto un antidolorifico”. Dopo essersi allontanato per andare a parlare col medico, l’uomo è tornato, ha tirato la tenda divisoria e ha abbassato il letto in una posizione che ha poi reso impossibile alla paziente arrivare al triangolo di sostegno sopra il letto che usava per sollevarsi. L’oss ha poi continuato praticando “un massaggio, prima sull’addome poi è sceso sempre più giù. Gli ho detto che la zona dolorante era più in alto, ma lui ha preso la mia mano e l’ha appoggiata sulle sue parti intime. Ho aperto gli occhi e mi sono trovata davanti il suo viso, con le labbra che sfioravano le mie”. A quel punto la ragazza, conscia di ciò che era appena successo ha incominciato a gridare “Ho iniziato a urlare e a piangere disperata, gridando insulti verso di lui. Dicevo: ‘Datemi il mio telefono, è un molestatore”.
Ancora ricoverata in ospedale, la protagonista di quest’orribile vicenda è comprensibilmente scossa dall’evento, ma ha affermato “Sto malissimo. Ma denuncio tutto questo per evitare che possa capitare ad altre ragazze. Spero che sia fatta giustizia”.
L’Ausl ha accettato di collaborare alle indagini, mettendosi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il personale medico e di assistenza si è fatto carico fin da subito della vicenda, volendo far luce sulla vicenda ed effettuare le opportune verifiche. L’ossaccusato ha concordato alcuni giorni di ferie con l’azienda ospedaliera.
A seguito della vicenda, la 22enne ha ricevuto supporto da “Finchè non capita a te”, associazione che opera sul territorio per prevenire e contrastare violenza e abusi. L’avvocato Uselli, legale della paziente, ha dichiarato come sia ancor più grave che questi fatti si siano verificati in ospedale, un luogo in cui le persone sono ancor più vulnerabili e in cui la sicurezza e il benessere dovrebbero essere particolarmente tutelati. Ha poi aggiunto “è essenziale che le vittime sentano di poter fare affidamento sul sistema giuridico e sulle istituzioni, senza avere il timore di essere giudicate o di non essere credute”.
L’inchiesta è stata aperta. Si attende ora che, nel massimo riserbo e con rispetto per la vittima , tutti gli elementi vengano correttamente valutati e che la giustizia faccia il suo corso.
Tag: Bologna, ospedale, violenza Last modified: Marzo 17, 2025