Bologna (Giovedì, 20 Marzo 2025) — La nuova edizione della più grande fiera internazionale sulla cosmesi prende il via oggi. Sono i lavoratori della fiera a rimetterci però, il successo dell’evento nasconde infatti alcuni retroscena sullo sfruttamento dei dipendenti, che si sono visti ridurre i salari e calpestare i diritti.
di Giovanni Fuligna
Secondo quanto riferito dall’USB di Bologna (Unione Sindacale di Base), i numeri impressionanti della fiera – nel 2024 si sono contati circa 250mila visitatori e oltre 3000 espositori su uno spazio di 160mila metri quadrati – celano una gestione sempre più orientata all’esternalizzazione, con conseguenze pesanti per chi opera dietro le quinte.
BolognaFiere, responsabile dell’organizzazione dell’evento, negli anni ha operato una crescente sostituzione del personale interno con lavoratori in appalto, i quali si ritrovano a dover svolgere le stesse mansioni dei colleghi precedenti ma con tutele minori e stipendi inferiori. A riprova di ciò ci sarebbe l’acquisizione di VE, società che si occupa per l’appunto di fornitura di personale per eventi. USB denuncia come coloro che sono assunti da questa società siano vincolati a CCNL differenti dagli altri lavoratori del settore, con retribuzioni orarie più basse e privi di contrattazione integrativa.
Numerosi dipendenti della Fiera, nell’ultimo periodo, si sarebbero visti cambiare temporaneamente mansione e non riconosciuto il lavoro domenicale come straordinario, fatto che avrebbe comportato una riduzione di alcune migliaia di euro della busta paga. Inoltre, nonostante i sindacati avessero cercato di raggiungere un accordo per contenere le perdite salariali, le condizioni imposte dalla dirigenza sono state giudicate inaccettabili, portando al fallimento delle trattative.
Per queste ragioni è stato indetto uno sciopero dei lavoratori di BolognaFiere proprio nei giorni del Cosmoprof, nella speranza di attirare l’attenzione pubblica sulle condizioni di lavoro dei dipendenti e ottenere un confronto con i soci pubblici in cui discutere della qualità del lavoro. Si vuole discutere seriamente del futuro dell’occupazione a BolognaFiere e delle politiche d’appalto, partendo dai diritti dei lavoratori più penalizzati attraverso una stabilizzazione dei contratti e un aumento degli stipendi.
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